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Autonomia materna nella gravidanza e nel parto

Quando dovrai fare scelte riguardanti la gravidanza ed il parto, le farai a modo tuo?
Ecco una guida pratica per controllare o influenzare le decisioni che condizioneranno te e la tua famiglia.

Sta diventando sempre più evidente, anche grazie alla ricerca scientifica, che l’autonomia delle donne ha ampio impatto sul benessere e sulla salute della famiglia e della comunità. Infatti le donne che godono di una maggiore autonomia usano più facilmente la contraccezione, hanno famiglie più piccole, hanno meno gravidanze non pianificate, sono più propense a cercare assistenza sanitaria, sfruttano le cure prenatali disponibili, sono meno a rischio di disturbi depressivi e ansiosi. Questi sono tutti fattori che promuovono un maggior benessere sociale, economico e psicofisico.

L’autonomia è l’abilità di controllare o influenzare le scelte che condizionano la persona stessa e la sua famiglia. Questo significa avere un peso nelle decisioni che coinvolgono la famiglia, le finanze, le spese, il lavoro, le uscite sociali, la mobilità, l’assistenza sanitaria, la pianificazione delle nascite, la cura dei figli. È quindi evidente come una buona fetta dell’autonomia della donna che ha figli sia costituita dall’autonomia materna.

Le condizioni necessarie per l’autonomia materna

Nel nostro contesto socio-culturale attuale, quando sei incinta entri in contatto con una grande molteplicità di messaggi su come gestire una gravidanza (cosa mangiare, cosa bere, cosa evitare, quando e come allenarsi…) e hai a disposizione numerose opzioni per partorire (a casa tua, in una casa del parto, in ospedale, in vasca, tramite parto naturale, tramite cesareo…) e per crescere bene tuo figlio (basti pensare, ad esempio, alla possibilità di allattare al seno o con latte artificiale). Questo è indice del fatto che ci sono inevitabilmente diverse opinioni riguardo a quale sia la scelta migliore. Ogni gravidanza e ogni nascita sono esperienze individuali, estremamente personali: è impossibile generalizzare e dire a prescindere cosa dovresti fare. Puoi e devi scegliere tu.

Però, dire semplicemente “Lo faccio a modo mio!” è riduttivo, limitante e anche un po’infantile. Infatti, se da una parte è importante garantire il tuo diritto alla tua autonomia come persona, donna e madre, dall’altra bisogna porre alcune premesse molto importanti per non fare scelte di cui poi pentirsi.

Per poter esercitare la tua autonomia materna, quindi, è necessario che tu prenda decisioni impiegando il tuo controllo, la tua indipendenza e il tuo ragionamento etico essendo prima di tutto informata, libera e serena.

Essere informata

La maternità ti mette davanti a numerose scelte. A volte, specialmente se è la prima gravidanza, ti senti come una banderuola al vento, non sapendo quale sia la direzione giusta da imboccare. I parenti dicono una cosa, i medici un’altra, il partner una terza ancora, su internet si trova di tutto…ma tu, che alla fine sei l’attrice principale di questa decisione? Come puoi orientarti nel marasma di offerte proposte?

Le domande che ti devi fare

Cominciamo con tre domande generali, che gettano le basi per tutte le scelte che dovrai fare in futuro come madre:

  1. Ho compreso l’importanza di una maternità positiva?
  2. Dato che devo fare delle scelte sia per me che per il mio bambino, ho sviluppato la competenza materna?
  3. Ho sviluppato l’autostima materna, per essere davvero sicura di me e fondare le mie scelte su basi solide?

Riassumendo, se hai sviluppato la competenza materna e l’autostima materna sai di avere delle responsabilità per cui a volte ciò che vuoi è incompatibile con ciò che si può fare, pena una compromissione di quella sicurezza che è caratteristica di una maternità positiva. Tra sicurezza e scelta a volte vi sono dei conflitti. Questi conflitti però si possono conciliare se si ha a cuore l’interesse del bambino che verrà al mondo.

Proseguiamo poi con domande relative alla singola scelta che devi fare.

  1. Dove posso trovare le informazioni più valide? Per quanto sia una tua responsabilità personale, non è detto che prendere una decisione sia un compito da svolgere in solitudine. Anzi, cercare confronto con l’esterno è indice di equilibrio! L’importante è confrontarsi con chi è davvero esperto a 360 gradi. Cerca le informazioni che ti servono dai professionisti del settore (ginecologi, ostetriche), sentendo campane diverse e valutando chi ti ispira più fiducia in termini di competenza, affidabilità e aggiornamento. Se vuoi confrontare ciò che ti dice il professionista con gli ultimi aggiornamenti, basati su siti web istituzionali, come il sito del Ministero della Salute o della World Health Organization. Una volta trovati i professionisti di riferimento, lasciati guidare.
  2. Quali sono le opzioni tra cui scegliere? Fai un elenco scritto, per fissare le idee in maniera più chiara.
  3. Quali sono le conseguenze e i rischi di ogni singola scelta? Anche qui, per ogni opzione fai un elenco scritto dei pro e dei contro, in modo da poter comparare le possibilità con un colpo d’occhio.
  4. Posso avere a disposizione del supporto esterno per l’opzione che sceglierò? Ad esempio, se scegli di partorire in casa, hai la possibilità di avvalerti di un professionista valido che ti segua per garantire un parto sicuro?
  5. Se non voglio fare una cosa, ci sono alternative valide e sicure disponibili? Ad esempio, se scegli di non allattare al seno, puoi usufruire del latte artificiale per l’infanzia? È reperibile? Te lo puoi permettere? Infatti ripiegare sulle alternative, ovvero latti animali (di mucca, di capra) è controindicato e davvero rischioso per la salute del neonato, specialmente se non sono controllati: il bambino può andare incontro a carenze nutrizionali che compromettono lo sviluppo psicofisico del bambino, oppure incorrere in gravi tossinfezioni alimentari.

La libertà

Può sembrare scontato parlare di libertà nel mondo occidentale attuale, ma ci sono situazioni in cui questa è condizionata da rapporti interpersonali non equilibrati, di solito con il partner, con la famiglia d’origine o con la comunità in cui sei inserita.

In questi casi non puoi, o senti di non potere, influire sulle decisioni importanti per te stessa o per la tua famiglia, perché c’è il rischio di conseguenze anche pesanti: minacce o azioni ritorsive anche fisicamente, verbalmente o psicologicamente violente.

Se ti riconosci in questo profilo, sappi che non è una situazione che promuove il benessere. La libertà individuale è un diritto umano. Puoi cambiare questa tua posizione, perché la libertà è prima di tutto psicologica. Consultati con uno psicoterapeuta per favorire la tua transizione verso la libertà nel modo migliore possibile, in modo da poter vivere davvero la tua autonomia materna.

Violenza ostetrica

Ci sono situazioni in cui la libertà della donna viene violata dal personale sanitario: si parla in questo caso di violenza ostetrica. Per fortuna negli ultimi anni si sta dedicando a questo argomento un’attenzione sempre crescente, per cui gli operatori sanitari vi sono sempre più sensibilizzati e la situazione sta migliorando.

È però importante sapere che all’atto pratico del parto hai diritto a dare il tuo consenso informato sulle procedure che ti vengono proposte. Chi si prenderà cura di te avrà la premura di spiegarti il perché ti viene offerta una tale procedura e quali sono i rischi e le conseguenze correlati.

Ma se vuoi prepararti davvero al parto, informati prima sulle possibili opzioni e sui tuoi diritti, in modo da arrivare al travaglio serena e consapevole.

Per avere invece la fermezza, la sicurezza e la competenza necessarie per prevenire ed ammortizzare le eventuali conseguenze della violenza ostetrica, puoi prepararti al parto con uno psicoterapeuta preparato.

La serenità

Una mamma può prendere decisioni in autonomia se è serena.

Ti senti agitata, inquieta, turbata, scossa, spaventata? Se ti trovi in questo stato, non è un buon momento per prendere decisioni.

Cosa fare allora?

Fai una valutazione: riesci a ritrovare uno stato interiore più sereno entro breve (in fondo la crescita del pancione non si può mettere in pausa)? Se non ci riesci, rivolgiti prontamente ad uno psicoterapeuta, che può aiutarti a ritrovare la calma, la tranquillità, l’equilibrio che ti servono per poter prendere serenamente le tue decisioni in piena autonomia materna.

In particolare, se è il parto a preoccuparti e mandarti in crisi (se ne hai paura, se sei stata traumatizzata da un parto precedente, se l’incertezza ti blocca…), puoi considerare l’idea di prepararti al parto con un professionista della salute mentale che ti dia tutti gli strumenti necessari per trovare il tuo equilibrio interiore e vivere una maternità positiva.

FONTI

Carlson, Gwen J et al. “Associations between women’s autonomy and child nutritional status: a review of the literature.” Maternal & child nutrition vol. 11,4 (2015): 452-82. doi:10.1111/mcn.12113

Hirani SA, Olson J. “Concept Analysis of Maternal Autonomy in the Context of Breastfeeding”. J Nurs Scholarsh. 2016;48(3):276-284. doi:10.1111/jnu.12211

Obstetrics and Gynecology Risk Research Group, Kukla R, Kuppermann M, et al. “Finding autonomy in birth”. Bioethics. 2009;23(1):1-8. doi:10.1111/j.1467-8519.2008.00677.x

Fasouliotis SJ, Schenker JG. “Maternal-fetal conflict”. Eur J Obstet Gynecol Reprod Biol. 2000;89(1):101-107. doi:10.1016/s0301-2115(99)00166-9

Madeleine Murphy, “Maternal autonomy” Published Online: 2 May 2016, British Journal of Midwifery Vol. 24, No. 5 https://doi.org/10.12968/bjom.2016.24.5.371

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