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Autostima materna: tutto quello che hai bisogno di sapere

Gravidanza e maternità sono tappe vitali che cambiano profondamente l’identità della donna. Se sei incinta, da ora la tua autostima globale verrà influenzata anche dalla tua autostima materna, cioè dalla tua valutazione di te stessa come madre.
Non solo: l’opinione che hai di te stessa si rifletterà nella relazione con il tuo bambino.

In questa ottica è importante prendere consapevolezza della propria autostima materna. Cerchiamo di capire insieme perché è importante avere una buona opinione di sé come madre e soprattutto come farlo in modo equilibrato.

Perché dovresti curare la tua autostima materna (e globale) già prima del parto

Quando arriverai al momento del parto, la tua autostima globale sarà già affiancata dalla tua autostima materna: in fondo, nel momento in cui hai portato tuo figlio in grembo per circa 9 mesi sei già entrata nell’ottica di essere una madre, anche se in effetti è dopo il parto che riuscirai veramente a “metterti alla prova” come mamma e scoprire cosa pensi di te stessa in quanto tale.

Autostima globale e autostima materna rispondono rispettivamente alle domande “Come sono come persona?” e “Come sono come madre?”, e si influenzano a vicenda. Più è importante per te essere madre, più la tua autostima materna influenzerà l’autostima globale. D’altra parte, tanto migliore è la tua autostima globale “di partenza”, tanto più facile sarà avere una buona autostima materna.

Vediamo ora quali vantaggi ti porta l’avere una buona opinione di te stessa come madre.

Ti appropri più facilmente del tuo ruolo di madre

La transizione da donna a madre non è sempre un percorso privo di ostacoli. Alcune donne non sentono subito amore nei confronti del figlio neonato, preferiscono non allattarlo, provano dei sentimenti conflittuali nei confronti della maternità. E va bene così: sono sentimenti che, grazie ad una buona autostima, possono essere accolti, accettati ed elaborati.

Inoltre le madri, a prescindere dai loro sentimenti verso la maternità e verso il neonato, hanno comunque un importantissimo ruolo di cura nei confronti del proprio bambino. Più una mamma sarà competente in questo ruolo, più faciliterà un sano sviluppo del bambino.

La ricerca supporta la previsione per cui una madre con una buona autostima sarà con maggiore probabilità una madre competente ed avrà un buon livello di responsività materna: sarà cioè in grado di riconoscere, in modo continuativo nel tempo, i segnali del bambino e di rispondervi, agendo di conseguenza, in modo sufficientemente adeguato.

La responsività materna è importantissima nel primo anno di vita del neonato, perché promuove un attaccamento sicuro: il bambino sente di essere supportato incondizionatamente nelle sue necessità e questo gli garantisce una base sicura dalla quale può partire per esplorare il mondo esterno (sapendo che il genitore lo lascerà libero, vegliandolo, proteggendolo al bisogno ed eventualmente consolandolo se necessario). Il suo sviluppo neurofisiologico, fisico e psicologico sarà così favorito.

Attenzione! Questo non vuol dire che devi essere ossessiva e rivolgere al bambino attenzioni morbose, né tantomeno che devi essere sempre perfetta e non puoi permetterti di sbagliare.

Capacità di affrontare l’imprevedibilità

C’è un detto: “In ostetricia, ci sono più eccezioni che regole”. Questo è vero: sembra che non ci sia un parto uguale all’altro! Quindi anche la tua esperienza sarà unica. E imprevedibile. Ci saranno dei punti fissi, ci saranno dei protocolli che verranno seguiti per avere il miglior esito possibile dal parto. Ma l’alto tasso di imprevedibilità rende il parto un momento potenzialmente traumatico, e questo è riconosciuto dalla comunità scientifica.

L’imprevedibilità poi entrerà a far parte della tua quotidianità: il ritmo della vita cambierà in un modo repentino (un giorno sei da sola, il giorno dopo ti ritrovi a doverti occupare di un bebè!), inoltre dovrai appena iniziare a conoscere il bambino che ti troverai tra le braccia, che avrà i suoi problemi, le sue preferenze, le sue esperienze, il suo comportamento. Tutto questo fa parte della vita ed è intrinsecamente meraviglioso ed affascinante. Ciò non toglie che possa essere destabilizzante.

Le ricerche dimostrano che una buona autostima rende in grado di adattarsi in modo efficace alle contingenze e di gestire la paura e l’incertezza che queste situazioni comportano. Avere una buona opinione di te (come madre e come persona in generale) ti permetterà di affrontare con maggiore capacità di adattamento i cambi di programma e l’incertezza della vostra vita d’ora in avanti.

Capacità di affrontare le situazioni negative

È normale augurarsi che tutto vada per il meglio. Queste aspettative possono però essere infrante da eventi più o meno gravi. In questi casi ogni minaccia di evento negativo è un boccone amaro, a volte difficile da digerire. Ci sono in particolare alcuni eventi che influiscono negativamente sull’autostima materna.

Nati prematuri e problemi di salute

Anche la sola percezione che la madre ha sulla salute del bambino, indipendentemente dal riscontro effettivo di problematiche mediche, influisce sull’autostima materna: se la donna percepisce di aver partorito un bambino vulnerabile, ha un maggior rischio di sviluppare una bassa valutazione di sé.

Oltre a questo, una mamma di un bambino nato prematuramente e/o con dei problemi di salute è più a rischio di avere una bassa autostima materna, specialmente se il neonato necessita di un ricovero prolungato e ha bisogno di un periodo in terapia intensiva neonatale. In questo caso i genitori (che nell’eventualità di nascita prematura possono non essere ancora pronti, praticamente o psicologicamente, per assumere il loro ruolo) vivono momenti di incertezza e stress. Inoltre, le opportunità di accudire il bimbo sono inferiori e ci si deve confrontare con una certa passività forzata. Per fortuna negli ultimi anni le strutture ospedaliere hanno fatto enormi progressi nel comprendere e consentire la maggiore interazione possibile tra genitori e neonato: infatti, dare la possibilità ai genitori di esercitare le loro capacità permette loro di aumentare l’autostima genitoriale ed instaura un circolo virtuoso che si riflette sul benessere della madre e del bambino.

Un bambino con problemi di salute, inoltre, accentrerà tutta l’attenzione e le energie del personale sanitario e della famiglia. La mamma quindi non avrà modo di avere quel “consolidamento emotivo” che normalmente avviene dopo il parto, e la sua autostima ne risentirà.

Il comportamento difficile del neonato

A volte le madri confondono il comportamento del neonato con il suo temperamento o il suo carattere. Così l’autostima materna può essere più bassa se il bambino è poco autonomo, se dimostra una certa irregolarità nei bisogni fisiologici, se non si lascia consolare facilmente, se non è capace di di calmarsi da solo. Questi aspetti però non hanno a che fare con il carattere, ma sono causati da una transitoria instabilità fisiologica, che si stabilizza man mano nei mesi successivi al parto.

Il supporto della famiglia

Una madre che non percepisce il supporto del partner e/o della famiglia ha più probabilità di avere una bassa autostima materna. Questa percezione è estremamente soggettiva, pertanto è necessario che, almeno nel primo anno di vita del bambino da una parte la mamma sia chiara ed esplicita nelle richieste di aiuto e nel porre eventuali limiti e paletti, e dall’altra la famiglia sia aperta al dialogo e pronta ad aiutarla nelle sue necessità.

Il comportamento del personale sanitario

A volte le relazioni con il personale sanitario al momento del parto possono essere difficili.

Per la donna il parto è un evento a volte unico nella vita, carico di aspettative ed emozioni. Per il personale sanitario invece il parto, pur con la sua imprevedibilità, è un evento di routine.

Inoltre, a volte la professionalità dello staff viene inquinata: può quindi capitare che un professionista abbia una giornata negativa, abbia un brutto carattere, oppure sia spaventato da determinate circostanze ed agisca sulla base della paura. Questo può tradursi nei casi più lievi in uno scontro con la madre. Nei casi più gravi invece può sfociare nella violenza ostetrica, ovvero trattamenti irrispettosi e abusanti durante il parto nelle strutture ospedaliere. Tali trattamenti ovviamente non hanno giustificazioni plausibili: il personale sanitario dovrebbe comportarsi sempre in modo professionale. Purtroppo a volte queste situazioni si verificano comunque.

Avere una solida autostima materna è per te un notevole fattore protettivo nel caso in cui il personale sanitario si comporti in modo sbagliato nei tuoi confronti.

Il decalogo per migliorare la tua autostima materna

Aumentare la tua autostima materna significa migliorare la tua opinione di te stessa come madre. Ecco quindi un decalogo per rinforzare questo importante aspetto di te, che come abbiamo visto ha una essenziale funzione protettiva in tanti ambiti.

Autostima significa avere la consapevolezza dei propri punti di luce e delle proprie zone d'ombra.

1. Sii consapevole del tuo ruolo come madre: il tuo ruolo è supportare il tuo bambino, nutrirlo, proteggerlo, programmare il suo futuro, prenderti cura di lui. Anche se il tuo bimbo è ancora nel pancione, comincia già con il chiederti: “Come sono come persona e come madre?” e prendi consapevolezza delle tue caratteristiche e peculiarità.

2. Ricorda che essere una madre sufficientemente buona significa essere una persona autentica, che si accetta e ha consapevolezza di se stessa, sa cosa è possibile fare per migliorarsi e cosa, invece, fa parte delle sue peculiarità e può essere al massimo gestito e controllato.

3. Dopo il parto, condividi con il personale sanitario le tue impressioni sul bambino e sulla tua esperienza nel prenderti cura di lui (allattamento, cambio pannolino, …): questo darà allo staff la possibilità di capire il tuo punto di vista e di aiutarti in caso di bisogno.

4. Ricorda che se un sanitario minimizza le tue preoccupazioni (cosa ben diversa dal rassicurare!), ti tratta con sufficienza o addirittura in malo modo, non è colpa tua: non si sta comportando in modo professionale.

5. Senti il supporto del tuo partner/della tua famiglia? Prova a chiederti come eventualmente migliorare questo aspetto e sii in grado di chiedere aiuto, di avanzare le tue richieste e di porre i limiti che ritieni opportuni.

6. Se il tuo bambino ha bisogno di un ricovero prolungato, chiedi allo staff sanitario quello che puoi fare per accudirlo nonostante queste circostanze e sii attiva nell’approfittare di ogni possibilità per entrare in contatto con lui e sviluppare la vostra relazione. Solo tu puoi offrire al tuo bambino gli elementi unici di cui lui ha bisogno: il tuo tocco, la tua voce, il tuo odore, i tuoi baci, i tuoi abbracci.

7. Se il tuo bambino ha problemi di salute, ricorda che non serve a nessuno dimostrare di essere una roccia: sfogati, sii onesta sui tuoi sentimenti, affronta e risolvi le tue crisi interiori, chiedi aiuto e confronto. È importante che tu cerchi di prenderti cura di te stessa per poterti poi prendere cura al meglio del tuo bebè.

8. Ricorda che il comportamento del neonato non dipende dal suo carattere, ma è dato dalla sua condizione fisiologica, che può essere instabile e si stabilizzerà nei mesi (a volte anni) a venire. Affibbiare un’etichetta al tuo bambino nel primo anno di vita è pericoloso, perché può diventare una profezia che si auto-avvera. Abbi pazienza.

9. Siccome l’autostima materna è strettamente correlata con l’autostima globale, mettiti all’opera per migliorare quest’ultima e vedrai che anche la prima ne beneficerà.

10. Se senti di avere una scarsa autostima di base e hai paura di non riuscire a sviluppare una scarsa autostima materna, chiedi l’aiuto di uno psicoterapeuta: può essere risolutivo.

In conclusione, un buon livello di autostima materna è un pilastro fondamentale per la tua salute mentale, per vivere una gravidanza, un parto e una maternità positivi, per instaurare una relazione equilibrata con il tuo bebè e per favorire il suo sviluppo.

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FONTI

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