EMDR: come funziona? Cosa sperimenta un paziente durante e alla fine del trattamento? Leggi questo articolo per scoprirlo!
Cos’è l’EMDR?
EMDR è un acronimo che sta per Eye Movement Desensitization and Reprocessing. Significa “desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari”.
È una tecnica terapeutica strutturata. Consiste nell’individuazione e nella rielaborazione dei ricordi traumatici responsabili dei disturbi psicologici del paziente. Questi ricordi sono “congelati” nella memoria del paziente.
Varie associazioni e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (2013) riconoscono ad oggi questo metodo (scoperto dall’americana Francine Shapiro nel 1987) come un trattamento efficace per elaborare i traumi e curare i disturbi ad essi correlati. Una grande quantità di ricerche scientifiche ne hanno validato l’efficacia.

EMDR: come funziona?
Il percorso psicoterapeutico con la tecnica EMDR si sviluppa in più fasi:
- Lo psicoterapeuta raccoglie la storia del paziente con domande mirate e specifiche.
- Paziente e terapeuta individuano i traumi che hanno portato alla comparsa della sintomatologia.
- Il terapeuta desensibilizza i ricordi traumatici mediante una specifica procedura che comprende stimolazioni bilaterali alternate. In genere viene chiesto al paziente di seguire con gli occhi le dita del terapeuta, che si muovono da un estremo all’altro del suo campo visivo (ma esistono anche altri tipi di stimolazione bilaterale alternata). Questa procedura permette di “scongelare” il ricordo traumatico.
- Il ricordo viene quindi rielaborato in modo più adattivo mediante la riprogrammazione, attuata sempre tramite stimolazioni bilaterali alternate.

Cosa succede al paziente durante l’EMDR?
Durante la stimolazione bilaterale alternata, il terapeuta chiede al paziente di mantenere l’attenzione sia sul ricordo traumatico, sia di osservare ciò che accade dentro di sé durante la stimolazione.
Il paziente inizia così a sperimentare una serie di sensazioni fisiche, emozioni, ricordi, percezioni, pensieri, insight concatenati gli uni agli altri.
Mentre il paziente vive questo processo, guidato dal terapeuta, la carica emotiva del ricordo diviene sempre meno disturbante e sempre più funzionale al benessere psicologico del paziente.
Alla fine dell’elaborazione, che può richiedere una o più sedute per ogni singolo ricordo traumatico, il paziente sente di aver finalmente “lasciato andare” il trauma.
Questo porta a sensazioni di sollievo, di calma, di tranquillità, di forza, di speranza, di nuova consapevolezza di se stesso.
L’elaborazione della serie di ricordi traumatici individuati dal paziente assieme al terapeuta porta il paziente a sperimentare man mano il cambiamento desiderato.
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