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Prepararsi al parto con l’ipnosi: le esperienze

prepararsi al parto con l'ipnosi

Queste mamme hanno deciso di prepararsi al parto con l’ipnosi, raccontare la loro esperienza e condividere le loro riflessioni sull’utilità del percorso fatto. In sintesi: consigliano caldamente il Training Ipnotico al Parto!

SARA G.: grazie alla preparazione al parto con l’ipnosi ho partorito con serenità e senso di competenza

Ho conosciuto la dottoressa Delpin al settimo mese della mia prima gravidanza, in un momento di grande ansia per il parto ormai prossimo. Pur avendo seguito il corso preparto offerto dalla mia ASL e avendo letto diversi libri, molti erano i dubbi e le ansie relative al parto, perciò l’aiuto fornito dall’ipnoterapia si è dimostrato fondamentale.

Nelle sei sedute che ho effettuato ho trovato uno spazio dove fermarmi e ascoltarmi (cosa non così facile in un momento di tanto affaccendamento per la nascita ormai prossima), dove condividere i miei timori e le mie aspettative e, soprattutto, uno spazio dove acquisire tecniche che si sono rivelate preziosissime. Ritengo infatti che sia merito della Dottoressa Delpin se sono arrivata a vivere il travaglio con grande serenità e con una sensazione di competenza, scaturite dal lavoro svolto insieme e mirato ad avere fiducia nella mie capacità biologicamente innate. Le tecniche apprese mi hanno aiutata nell’impresa da me auspicata di partorire senza sentire il bisogno di ricorrere all’epidurale, nel pieno rispetto della fisiologia e con serenità. Mi sento quindi di consigliare a tutte le donne in dolce attesa e che desiderino un aiuto nella gestione della paura per il parto l’ipnosi con la dottoressa Delpin.

MICHELA: la tranquillità nonostante la fobia per gli aghi

Grazie al training ipnotico al parto sono riuscita ad affrontare il parto cesareo e la degenza consecutiva in tranquillità, nonostante la mia fobia per gli aghi e le procedure mediche.

PAOLA: un parto veloce

L’esperienza del training ipnotico al parto è stata piacevole, utile a prefigurarmi a cosa sarei andata incontro e a prepararmi bene. Non so se è del tutto merito del training ipnotico ma ho avuto un travaglio attivo e parto molto veloci e senza lacerazioni.

SARA: ho ricevuto i complimenti dell’ostetrica!

Scrivo con grande piacere una testimonianza del mio percorso svolto con la Dott.ssa Delpin per ringraziarla ma soprattutto per tutte coloro che devono prepararsi al grande evento del parto e che stanno valutando di prepararsi al parto con l’ipnosi con Anna Delpin. Grazie alla preparazione fatta (online) ho potuto affrontare il mio primo parto con una serenità che, oltre ad aver fatto andare tutto per il meglio, ha anche accelerato tutto lo svolgimento in quanto il mio corpo collaborava in sincronia con gli sforzi di venire al mondo del mio piccolo ed abbiamo ricevuto anche i “complimenti” da parte dell’ostetrica che ci ha seguiti.

Avrei potuto scegliere di fare la preparazione al parto con un professionista più vicino alla mia residenza e pertanto dal vivo, ma ho comunque preferito la dott.ssa Delpin (che mi aveva già aiutata in un momento di blocco nella scrittura della mia tesi di specialità) in quanto quello che la differenzia dagli altri, oltre alla professionalità in ambito psicoterapeutico, è la sua formazione in ambito medico: oltre a prepararmi con le induzioni ipnotiche è stata in grado di rispondere a tutte le mie domande e i dubbi più specifici legati al pre-parto, al parto e anche al post-parto. Se state pensando se ne valga la pena, per quella che è la mia esperienza dico che è quasi indispensabile!

GIULIA: preparandomi al parto con l’ipnosi sono riuscita a gestire paura e panico

Ho avuto un travaglio lungo e gestito praticamente da sola (con il solo aiuto di mio marito). È stata un’esperienza forte e non semplice ma sono riuscita a gestirla nel modo migliore, senza essere sopraffatta da paura e panico. Pensavo, durante la gravidanza, che non sarei stata in grado di fare tutto ciò. Invece, grazie alla preparazione fatta attraverso il training, ci sono riuscita.

FRANCESCA: ce l’ho fatta nonostante un cesareo d’urgenza

Cara Dottoressa,
a distanza di vari mesi dal mio parto volevo ringraziarla di cuore per il supporto che mi ha dato con il suo corso di training ipnotico al parto. Ricordo ancora il terrore e l’ansia di non farcela che avevo prima del parto. Grazie alla preparazione fatta insieme, ho potuto gestire al meglio le mie paure permettendomi di vivere con tranquillità le ultime settimane di gravidanza ed affrontare il parto con grande serenità. Questo percorso mi ha permesso di acquisire delle competenze che si sono dimostrate preziose durante il travaglio ma anche nei giorni successivi (avendo dovuto affrontare un cesareo d’urgenza).
Consiglio davvero a tutte le mamme in dolce attesa di fare questo percorso con la Dottoressa Anna Delpin che è una persona molto preparata e professionale, oltre che estremamente disponibile.
Grazie ancora Dottoressa, credo che senza di lei tutto sarebbe stato più difficile.

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Prepararsi al parto durante la pandemia

prepararsi al parto durante la pandemia

Molte donne si stanno chiedendo quale sia il modo migliore per prepararsi al parto durante la pandemia. In questo articolo troverai alcune considerazioni utili per capire come orientarti.

Principali problemi delle donne incinte durante la pandemia

A causa della pandemia di COVID-19, i centri nascita si sono riorganizzati per rispettare le normative volte a prevenire l’aumento dei contagi. Questo ha portato a due principali conseguenze per le donne incinte.

  1. La sospensione dei corsi pre-parto in presenza, sostituiti da corsi online che forniscono alle donne incinte le informazioni essenziali. Con questa diversa modalità purtroppo è più difficile creare una rete di sostegno tra future mamme.
  2. La limitazione degli accessi ai centri nascita. Spesso le donne che partoriscono non possono avere un accompagnatore durante il parto. Non possono nemmeno ricevere le visite di amici e familiari nei giorni di ricovero post-partum.

Vengono perciò meno occasioni preziose di confronto e di sostegno. Rispetto a prima della pandemia, quindi, una donna incinta o una neomamma possono sperimentare più facilmente vissuti di solitudine ed isolamento.

Questo quadro, unito alle altre preoccupazioni che la pandemia e la gravidanza comportano, predispone le donne incinte e le neo-mamme all’insorgenza o aggravamento di sintomi ansiosi e depressivi. Le donne più vulnerabili in questo senso sono quelle che hanno già sperimentato dei disturbi psicologici in precedenza.

Purtroppo i disturbi ansiosi e depressivi non hanno solo conseguenze negative sulla salute della donna. Ne possono risentire anche la relazione tra la madre e il bambino e quindi, a cascata, la salute del nuovo nato.

Di conseguenza, è urgente lavorare sulla prevenzione.

Una soluzione per prepararsi adeguatamente al parto durante la pandemia

Al giorno d’oggi un corso pre-parto online non può limitarsi a fornire alla donna competenze teoriche sul travaglio, sul parto, sulla gestione del dolore.

Alla normale preoccupazione per il parto e la maternità si aggiungono le aggravanti date dall’emergenza sanitaria mondiale e dall’isolamento. È quindi essenziale prevedere anche un adeguato supporto psicologico professionale volto a prevenire e gestire l’insorgenza di disturbi ansiosi e depressivi. Questo è ancora più valido per prevenire la psicopatologia post-partum nelle donne più a rischio: coloro che hanno già sofferto di disagio psicologico in precedenza.

Per una donna incinta durante questa pandemia è infatti ancora più importante:

  • rafforzare il proprio senso di competenza, la sua autostima e la sua autonomia.
  • conoscere e capire cosa succederà durante travaglio e parto e nel post-partum
  • imparare tecniche di gestione del dolore
  • imparare a gestire l’ansia da gravidanza in questo contesto storico
  • avere il sostegno di una figura professionale in grado di individuare e modificare i fattori di rischio per l’insorgenza di psicopatologia, riconoscere l’eventuale manifestarsi di disturbi psicologici e indirizzare un eventuale trattamento tempestivo, adeguato ed efficace.

La chiave è quindi integrare una preparazione per il parto con l’attenzione alla sfera emotiva e affettiva della futura mamma. La mia proposta in tal senso è un percorso di preparazione mediante l’ipnosi: il Training Ipnotico al Parto.

Ho paura del parto, aiuto! (Sarò mica tocofobica?)

paura del parto

Nel mondo occidentale una donna incinta su cinque ha paura del parto. Ma questa paura non colpisce solo le donne in stato interessante: si stima che a livello mondiale il 14% delle donne in età fertile abbia paura di partorire.

La paura del parto è un disturbo di tipo ansioso. Si può presentare con diversi livelli di severità, dal grado più lieve ad una forma grave e invalidante: la tocofobia (dal greco: tokos= parto + fobos = paura).

La paura del parto può essere:

  • primaria: può manifestarsi anche prima di rimanere incinta, fin dall’età adolescenziale.
  • secondaria: è conseguente a precedenti esperienze ostetriche traumatiche oppure alla depressione in gravidanza.
paura del parto

Perché insorge la paura del parto?

Fattori predisponenti

Ci sono dei fattori che possono predisporti alla paura del parto. In particolare possono essere fattori:

  • biologici, come la giovane età e avere una ridotta tolleranza al dolore.
  • psicologici, come essere una persona ansiosa, avere una bassa autostima, essere poco assertiva, soffrire di disturbi psichiatrici non correlati alla gravidanza, soffrire di depressione o altri problemi psicologici insorti in gravidanza, aver avuto esperienza di abuso sessuale o problemi sessuali, non avere adeguate conoscenze sulla gravidanza e sul parto.
  • ambientali: subire molto stress quotidianamente durante la gravidanza.
  • socio-relazionali: non avere supporto sociale, non avere un lavoro, avere un rapporto di coppia insoddisfacente, non convivere con il padre del bambino.

Cosa c’è dietro alla paura del parto

Gli studi hanno rilevato che la paura del parto ha origine multifattoriale. In particolare, le seguenti motivazioni sono alla base dell’insorgenza di questa paura:

  • Fobia del dolore e la convinzione di avere una bassa tolleranza alla sofferenza.
  • Paura che si riattivino eventi traumatici del passato (abusi, abbandoni).
  • Precedenti esperienze ostetriche negative che sono risultate traumatiche: parto traumatico (anche se può essere considerato normale dal punto di vista ostetrico), aborto spontaneo, morte fetale, interruzione volontaria di gravidanza.
  • Paura di essere incapace di dare la vita.
  • Il futuro padre del nascituro manifesta ansie e preoccupazioni.
  • Fobia di diventare madre.
  • Trasmissione familiare, anche attraverso le generazioni, del messaggio che il parto è un evento pericoloso, da temere.
  • Paura di vivere momenti di panico o perdita di controllo durante il parto.

Conseguenze della paura del parto

Le conseguenze della paura del parto si possono suddividere a seconda del momento temporale in cui avvengono.

Prima del parto

Le donne che hanno paura del parto tendono ad usare meticolosamente metodi anticoncezionali per evitare di rimanere incinta (anche se sentono il desiderio di avere un figlio). Alcune si sottopongono alla legatura delle tube o richiedono al partner di sottoporsi a vasectomia.

Nel caso in cui rimangano incinte, alcune donne affette da severa tocofobia hanno un disagio interiore talmente forte da scegliere di interrompere volontariamente la gravidanza al fine di evitare il parto.

Altre donne con paura del parto richiedono al ginecologo di programmare un taglio cesareo elettivo, anche se non ci sono indicazioni mediche. La possibilità di fare questa scelta è un argomento ancora controverso e dibattuto. Quando una donna presenta al ginecologo questa richiesta, deve essere ben informata sui benefici ed i rischi del parto cesareo elettivo. Rispetto al parto fisiologico, il cesareo d’elezione comporta, oltre ad una degenza ospedaliera più lunga, una aumentata incidenza di complicanze materne a breve termine, in particolare emorragie, isterectomia peripartum ed arresto cardiaco.

Durante il parto

Durante il parto, le donne con tocofobia presentano più alti livelli di ansia.

L’ansia aumenta la produzione di cortisolo, che devia la circolazione sanguigna dall’utero, accentua i dolori e riduce la produzione di ossitocina. Questa è essenziale nell’avviare e mantenere il travaglio, quindi il travaglio nella donna in preda alla paura può rallentare o addirittura interrompersi.

L’ansia nella donna può poi comportare ridotto apporto di ossigeno e nutrienti attraverso la placenta.

La madre che ha una grande sofferenza emotiva durante il parto tende inoltre a comportarsi in modo difensivo e/o aggressivo, invece che collaborativo. Questo ostacola il suo essere attiva nell’accompagnare alla nascita il bambino.

Infine, se alla madre vengono somministrati durante il travaglio farmaci per alleviare i sintomi ansiosi, questi possono influenzare anche il neonato.

Dopo il parto

L’ansia materna può causare un incremento dell’irritabilità e irrequietezza del bambino subito dopo la nascita.
Inoltre è correlata a ritardo nello sviluppo mentale e motorio a 8 mesi.
Vi sono infine evidenze che l’ansia materna renda il bambino più sensibile e vulnerabile all’ansia e ai disturbi depressivi in infanzia ed età adulta.

paura del parto

Soffri di tocofobia?

Di seguito troverai un elenco di situazioni che accomunano le donne che soffrono di tocofobia. Tuttavia, questo elenco ha esclusivamente uno scopo orientativo e non sostituisce una diagnosi fatta da un professionista della salute mentale.

Potresti soffrire di tocofobia se…

  • Fai incubi sul parto.
  • Ti lamenti molto dei disagi fisici della gravidanza.
  • Hai difficoltà di concentrazione sul lavoro o nelle attività domestiche.
  • Hai paura del dolore, delle ferite ostetriche, del taglio cesareo d’emergenza, dell’incompetenza dello staff, di morire durante il parto, di dare alla luce un bambino con problemi fisici o con una malformazione congenita.
  • Credi fermamente che il parto fisiologico sarebbe estremamente doloroso e sicuramente traumatico, ed eviti accuratamente di rimanere incinta (anche se lo desidereresti molto). Oppure, se sei già in dolce attesa, vorresti sottoporti ad una interruzione volontaria di gravidanza o ad un taglio cesareo programmato per evitare di partorire in modo fisiologico.
  • Hai paura che la gravidanza o il parto riattivino delle precedenti esperienze traumatiche (un abuso o un parto traumatico).

Cosa posso fare se ho paura del parto?

Innanzitutto rivolgiti ad un professionista della salute mentale (psicologo, psichiatra, psicoterapeuta) che possa aiutarti ad inquadrare la tua paura e fare eventualmente una diagnosi puntuale.
In seguito alla diagnosi, potresti ricadere in una delle seguenti situazioni.

Ho una lieve o moderata paura del parto

Sappi che sei in grado di fronteggiare autonomamente le tue ansie e le tue paure.
Come? Cercando informazioni, trovando sostegno all’interno della tua rete sociale o rivolgendoti al tuo medico di fiducia.
È importante che parli dei tuoi sentimenti (anche se non sei abituata o se pensi che non sia nel tuo carattere farlo) e che aumenti le tue conoscenze sulla gravidanza e sul parto. Per fare questo, la preparazione al parto è una fonte preziosa di aiuto.

Qualora, nonostante tutto questo, la tua situazione dovesse non migliorare, rivolgiti ad uno psicoterapeuta per ottenere l’aiuto di cui hai bisogno.

Soffro di tocofobia

Se la paura del parto è particolarmente invalidante, ti sarà utile rivolgerti al più presto ad uno psicoterapeuta per lavorare su più livelli:

Elaborare eventuali traumi pregressi: una tecnica utile a questo scopo è l’EMDR, che consente di elaborare i traumi in tempi rapidi.
– Trattare una eventuale depressione con psicoterapia ed eventuale terapia farmacologica.
– Fare un percorso di counseling per scegliere quale è per te il miglior modo per partorire.
– Fare una preparazione al parto mirata e personalizzata, che ti consenta non solo di acquisire tecniche di rilassamento e gestione del dolore, ma anche di raccogliere informazioni su come sarà il parto e acquisire competenze per affrontarlo al meglio in tutte le sue sfaccettature.

guarire dalla paura del parto

FONTI

Saisto T, Halmesmäki E. Fear of childbirth: a neglected dilemmaActa Obstet Gynecol Scand. 2003;82(3):201‐208.

Grussu P., Bramante A. Manuale di psicopatologia perinatale. Erickson ed.; pagg. 205-237

https://www.epicentro.iss.it/materno/LineeGuideCesareo2012

https://www.epicentro.iss.it/materno/pdf/LG_cesareo_comunicazione.pdf

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Competenza materna: sarai una mamma capace?

competenza materna

Diventare madre può essere contemporaneamente un momento di grande gioia e grande stress. Infatti non sei più responsabile solo di te stessa, ma lo diventi anche di tuo figlio.
Questo momento di transizione ti permette di valutare accuratamente la tua competenza materna, cioè la tua capacità di prenderti cura di un altro essere umano. Questa è un elemento importante, secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), per vivere una maternità positiva.

Cos’è la competenza materna? È la capacità della madre di mettere in atto comportamenti, abilità e strategie che promuovano uno sviluppo positivo del figlio e che ne favoriscano l’adattamento all’ambiente. Questo significa essere in grado di:

  1. stabilire obiettivi appropriati;
  2. monitorare i comportamenti (tuoi e di tuo figlio);
  3. mettere in atto strategie adeguate per raggiungere gli obiettivi;
  4. valutare l’efficacia delle tue azioni.

La capacità di creare un ambiente salutare e sereno, favorevole per la crescita e lo sviluppo del bambino, è strettamente correlata all’auto-efficacia materna.

Competenza materna e auto-efficacia: quale relazione?

L’auto-efficacia materna è ciò che tu pensi delle tue capacità di organizzare ed eseguire un insieme di compiti finalizzati al crescere un figlio. Fa parte della tua autostima materna e favorisce una serie di effetti positivi e protettivi nei confronti della salute psicofisica di bambini ed adolescenti:

  • migliora la qualità delle interazioni fra la madre e bambino;
  • fa sì che la madre sia più affettuosa e responsiva;
  • rende la madre più interessata e coinvolta nello svolgere attività tipicamente genitoriali;
  • funge da “ammortizzatore” in caso di depressione della madre e di avversità associate a circostanze di vita svantaggiate;
  • riduce la probabilità che il bambino sviluppi un temperamento problematico.

D’altro canto, non essere fiduciosi nelle proprie capacità genitoriali è collegato a:

  • depressione materna;
  • credere di non poter operare dei cambiamenti in situazioni problematiche;
  • comportamento considerato “difficile” del figlio;
  • alti livelli di stress percepiti dalla madre;
  • sensazione di essere sopraffatta dalle responsabilità genitoriali e di essere sovraccaricata dai compiti che la maternità comporta;
  • tendenza a delegare agli altri la risoluzione dei propri problemi.

Il paradosso della competenza materna

competenza materna

Il tuo livello di competenza materna è quindi strettamente correlato al tuo livello di auto-efficacia come madre. Può sembrare paradossale, ma per saperci fare come mamma bisogna prima di tutto che tu ti senta in grado di fare da madre. Infatti la sensazione di esserne capace si sviluppa dopo la nascita del bambino, ma affonda le sue radici:

  • nelle tue esperienze infantili con le figure che si prendevano cura di te. Queste esperienze ovviamente si trovano nel passato e non sono modificabili, ma si possono elaborare nel caso siano state traumatiche;
  • nei messaggi esterni (culturali o della comunità in cui vivi): questi non sono facilmente influenzabili, ma si possono filtrare e valutare;
  • in una buona preparazione per il ruolo materno. Puoi lavorare su questo punto per aumentare la tua auto-efficacia, e quindi rendere più solida la tua competenza materna, già prima di partorire.

Preparati ad essere madre: il circolo virtuoso

Essere madre significa anche considerare il proprio figlio come un progetto, facendo il possibile per garantire il suo sviluppo in senso positivo. Secondo la ricerca, le madri che ottengono i migliori risultati (in termini di sviluppo psicofisico dei figli) sono quelle competenti e con alta auto-efficacia.

Per aumentare le probabilità di favorire lo sviluppo positivo di tuo figlio, puoi instaurare un circolo virtuoso. Più ti senti capace e più sei competente, più sei competente e più ti senti capace. Per fare questo puoi lavorare già da subito su tre fronti: la gravidanza, il parto e la genitorialità.

Consapevolezza e scelte durante la gravidanza

È innanzitutto importante riconoscere che durante la gravidanza ci sono dei fattori che non rientrano sotto il tuo controllo e altri che invece puoi influenzare. Per fare un esempio, alcune malformazioni hanno cause genetiche imprevedibili, mentre altre sono addirittura prevenibili. Infatti per prevenire i difetti del tubo neurale (come la spina bifida) si raccomanda l’assunzione di acido folico già prima del concepimento, e poi per tutto il primo trimestre.

Per aumentare la tua auto-efficacia e la tua competenza, puoi coltivare la capacità di riconoscere gli elementi controllabili e concentrarvi le tue energie. Ad esempio, è controproducente che tu ti dia la colpa se ti viene diagnosticato un diabete gestazionale o una gravidanza a rischio. È invece utile che ti informi attivamente e segua sollecitamente le indicazioni terapeutiche che ti verranno date dal medico.

Non è detto che sia semplice agire sui fattori modificabili. Spesso infatti questo comporta un cambiamento che si può scontrare con le tue resistenze. Oppure può portare ad una serie di problemi che farebbe più comodo non vedere. Ma avere la responsabilità della vita di tuo figlio significa fare delle scelte volte alla tutela della sua salute e del suo sviluppo. Anche se queste scelte possono essere per te scomode.

Se ti trovi in difficoltà nell’individuare i fattori in cui le tue scelte possono avere un ruolo decisivo, non esitare. Chiedi al tuo medico di fiducia o alla tua ostetrica cosa puoi fare per favorire la salute del bambino che porti in grembo.

Inoltre, se ti accorgi che ti riesce difficile mettere in pratica le indicazioni del personale sanitario, sii attiva! Rivolgiti ad uno psicoterapeuta, per avere un sostegno specializzato ed affrontare il cambiamento necessario.

Arrivare al parto già competenti

Sembra paradossale che una donna possa sentirsi competente nel partorire prima ancora di aver partorito per la prima volta, vero? Eppure il senso di competenza materna è talmente importante da essere un fattore protettivo per la salute mentale della donna che deve partorire. Sentirti competente nel partorire ti farà avere un minor rischio di depressione post partum e di disturbo da stress post-traumatico correlato al parto.

Specialmente se partorirai per la prima volta, ti chiederai: come è possibile sentirsi competenti nel fare qualcosa di cui non si ha la minima esperienza?

È un dato di fatto che ogni parto è un evento unico e imprevedibile nel suo decorso. Però l’evoluzione ci ha selezionate nel corso di centinaia di migliaia di anni, generazione dopo generazione. Possiamo quindi dire che le donne del XXI secolo d.C. hanno nel DNA la capacità di partorire.

Proprio così: sei già capace di partorire!

senso di competenza materna nel partorire

Inoltre, ci sono professioni, strutture e metodiche che possono aiutarci laddove il nostro istinto non può. Infatti ostetriche, ginecologi, ospedali, farmaci e anche il parto operativo e cesareo sono risorse che si propongono di migliorare la sorte di un parto complicato. E nella maggior parte dei casi ci riescono. Per questo non ti devono spaventare, anzi, possono farti sentire protetta e supportata nella tua competenza materna.

Da cosa è influenzata l’auto-efficacia nel partorire?

L’auto-efficacia materna nel partorire può essere influenzata negativamente da fattori di tipo:

  • culturale: ad esempio in seguito ad un periodo storico in cui il parto è stato molto medicalizzato;
  • sociale: carente o assente supporto di un partner, della famiglia o della società;
  • psicologico: bassa autostima, depressione, ansia, paura del parto o della gravidanza.

Per fortuna ci sono altrettante influenze che possono aumentare l’auto-efficacia e la competenza materna nel partorire:

  • movimenti culturali che evidenziano la necessità di far riappropriare la donna del suo ruolo centrale nel parto;
  • Il supporto del partner, della famiglia e della società (amicizie, conoscenze, associazioni, istituzioni);
  • una buona autostima, un buon tono dell’umore, adeguate capacità di affrontare e gestire le proprie ansie e paure;
  • una buona preparazione al parto.

Se però la tua auto-efficacia nel partorire è nascosta, offuscata o credi di esserne carente, chiedi aiuto. Un professionista potrà infatti aiutarti ad appropriarti di questa importante risorsa interiore che ti guiderà verso un parto ed una maternità positivi.

Gettare le basi della genitorialità

Gli aspetti pratici

Quando il tuo bambino sarà nato, avrai tutte le possibilità di metterti alla prova e fare esperienza diretta della maternità. Se saprai in che direzione muoverti, questo rinforzerà la tua competenza materna e la tua auto-efficacia, aumentando le possibilità che tuo figlio si sviluppi bene.

Sicuramente all’inizio sarà utile

  • avere pronto tutto ciò che serve dal punto di vista concreto (vestitini, copertine, carrozzina, navicella o ovetto, culla, fasciatoio, tiralatte, coppette, assorbenti, pannolini, biberon…);
  • aver organizzato la casa (e la vita!) in modo da avere almeno i primissimi mesi di tranquillità per affrontare la transizione verso la maternità;
  • trovare una o due fonti autorevoli e soprattutto aggiornate da cui trarre le indicazioni pratiche su come prendersi cura del neonato: quando e quanto nutrirlo? Come vestirlo? Qual è la tecnica per cambiare il pannolino? Come fargli il bagnetto? Che prodotti usare? In che modo può dormire in sicurezza? Sono tutte domande che possono sembrare sciocche. Ma non lo sono. Prima di fare qualcosa, non dare nulla per scontato. Potrebbe sempre esserci qualcosa che ti sfugge. E poi, se ne hai voglia, ascolta e vaglia tutti i consigli (richiesti o meno!) che ti arriveranno dagli altri!
  • avere presente quali sono le tappe di sviluppo del bambino e le abilità in relazione all’età. Questo ti servirà per sapere come stimolare il bambino in modo appropriato e cercare tempestivamente aiuto nel caso si riscontrassero dei problemi.

In questo ambito è opportuno fare costantemente riferimento all’ostetrica e al pediatra di fiducia. Puoi in aggiunta acquistare un manuale, che sia per te chiaro ed esplicativo, da consultare agevolmente mese dopo mese.

Come si comporta una mamma competente?

Prima ancora che il bambino nasca, è utile anche avere un’idea di quali sono i modelli appropriati di comportamento genitoriale. Per favorire lo sviluppo del figlio, una mamma (ma anche un papà!) dovrebbe:

  • riconoscere i bisogni del bambino, soprattutto quando è neonato, e rispondervi in modo sufficientemente pronto ed adeguato;
  • interagire attivamente con il figlio (quindi non solo rispondere alle sue richieste, ma anche stimolarlo);
  • essere attiva nella gestione dei propri problemi emotivi ed interpersonali, per gestire, ridurre o tollerare lo stress ed il conflitto;
  • accettare e legittimare le preoccupazioni e i disagi del figlio, senza sminuirli;
  • utilizzare un metodo di disciplina non punitivo ma autorevole.

Se ti accorgi che ti viene spontaneo comportarti in modo diverso rispetto a queste indicazioni, rivolgiti ad uno psicoterapeuta. Potrete così valutare insieme le tue competenze genitoriali, riconoscere eventuali problemi, capirne le origini e risolvere in modo attivo i problemi.

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FONTI

The Effects of a Childbirth Psychoeducation Program on Learned Resourcefulness, Maternal Role Competence and Perinatal Depression: A Quasi-Experiment (Fei-Wan Ngai, Sally Wai-Chi Chan, Wan-Yim Ip).

http://www.euro.who.int/en/health-topics/Life-stages/maternal-and-newborn-health/activities-and-tools/effective-perinatal-care-epc-training-package/epc-training-maternal-health-modules-modules-mo/1mo.-antenatal-care

Shrooti S, Mangala S, Nirmala P, Devkumari S, Dharanidhar B. Perceived Maternal Role Competence among the Mothers Attending Immunization Clinics of Dharan, Nepal. Int J Community Based Nurs Midwifery. 2016;4(2):100‐106.

http://www.copmi.net.au/professionals-organisations/what-works/evaluating-your-intervention/parents-carers-families/competence

Priscilla K. Coleman, Katherine Hildebrandt Karraker. Maternal self‐efficacy beliefs, competence in parenting, and toddlers’ behavior and developmental status. Infant mental health journal, Vol. 24(2), 126–148 (2003).

Hypnobirthing o Training Ipnotico al Parto?

hypnobirthing

Leggi questo articolo se vuoi capire la differenza tra hypnobirthing e Training Ipnotico al Parto.

Cosa sono hypnobirthing e Training Ipnotico al Parto

Per hypnobirthing si intende l’uso di tecniche ipnotiche durante il travaglio. Nei corsi di hypnobirthing si insegnano alle donne tecniche di vario tipo (tra cui visualizzazioni, uso di affermazioni sulla gravidanza e sul parto, rilassamento, respirazioni profonde, auto-ipnosi e mindfulness) che potranno essere utilizzate durante il travaglio per gestire il dolore e lo stress emotivo del momento. In questo sistema, la donna durante il travaglio utilizza l’auto-ipnosi come se fosse un farmaco.

Nel Training Ipnotico al Parto la donna in dolce attesa viene preparata dal terapeuta nelle settimane precedenti il parto, mediante una psico-educazione sulle varie fasi del travaglio e mediante tecniche ipnotiche il cui obiettivo è agire ad un livello profondo. L’ipnosi indotta dal terapeuta (etero-ipnosi) viene quindi usata durante il Training per rendere la donna autonoma nel gestire le proprie sensazioni corporee e modulare la percezione del dolore, che viene spogliato da ogni sua componente ansiosa e psicologica.

Hypnobirthing e Training Ipnotico al Parto: punti in comune

L’origine storica

Padre inconsapevole dell’hypnobirthing e del training ipnotico al parto fu un ginecologo inglese, Grantly Dick-Read (1890-1959). Egli divulgò in tutto il mondo le sue idee innovative ed all’avanguardia sul parto naturale con il libro “Childbirth Without Fear: The Principles and Practice of Natural Childbirth” (1942).

In un’epoca in cui era estremamente diffuso l’utilizzo di analgesia ed anestesia durante il parto, egli affermò in base alle sue osservazioni che un parto naturale (non complicato) senza dolore era possibile, tenendo in considerazione lo stato emotivo della donna in gravidanza. Mise così a fuoco la rilevanza della componente psicologica del dolore nel travaglio.

La descrizione delle tecniche usate da Grantly Dick-Read corrispondeva invece esattamente alle modalità con cui un ipnoterapeuta moderno induceva lo stato di trance. L’innovatività scientifica dei concetti divulgati da Dick-Read e le similitudini del suo metodo con l’ipnosi moderna attrassero quindi gli ipnoterapeuti europei dell’epoca.

In Italia Giampiero Mosconi (1921-2010), fondatore dell’Associazione Medica Italiana Studi sull’Ipnosi (AMISI) e della Scuola Europea di Psicoterapia Ipnotica (SEPI), accolse e sviluppò queste idee. Egli praticò nel 1957 il primo parto in ipnosi e l’anno successivo la prima laparotomia in ipnosi. Fu così che nacque l’ipnostetricia.

Nel tempo Mosconi comprese che l’ipnosi non avrebbe dovuto essere usata per dissociare totalmente la donna in travaglio. Sarebbe stato più utile per la donna partorire modulando il proprio stato di coscienza. Avrebbe potuto così cogliere quei segnali interni che indicano i vari momenti del parto e rispondervi in autonomia. Questo le avrebbe permesso di vivere attivamente il proprio travaglio.

Fu così che, a partire da un utilizzo quasi farmacologico dell’ipnosi come anestetico, si sviluppò l’idea di un training ipnotico al parto.

Gli obiettivi

Indubbiamente hypnobirthing e Training Ipnotico al Parto condividono i seguenti obiettivi:

  • permettere alla donna di sentirsi coinvolta attivamente nella nascita del proprio figlio;
  • consentire alla donna di avere un senso di controllo e consapevolezza della situazione;
  • ridurre l’ansia;
  • permettere il controllo del dolore.

Differenze tra hypnobirthing e Training Ipnotico al Parto

Diffusione geografica

Il training ipnotico al parto in Italia vanta quindi una storia ben radicata, eppure la sua diffusione non è ancora capillare.

L’hypnobirthing è invece diffuso negli Stati Uniti ma soprattutto nel Regno Unito. Qui è adottato dal sistema sanitario nazionale (NHS) come preparazione al parto per il controllo del dolore.

Il ruolo dell’ipnosi

Mentre nei corsi di hypnobirthing vengono insegnate delle tecniche di auto-ipnosi che servono alla donna a gestire il dolore nel momento del travaglio, durante le sedute di Training Ipnotico al Parto la donna vive i futuri momenti del travaglio e del parto posta in uno stato di trance ipnotica, guidata dal terapeuta (etero-ipnosi). L’ipnosi è quindi usata nel Training Ipnotico come un metodo psicologico di preparazione al parto. Vivendo queste esperienze in stato di trance ipnotica la donna diventa in grado di

  • riconoscere le proprie sensazioni corporee e rispondervi adeguatamente
  • essere consapevole dei propri bisogni in modo puntuale
  • acquisire tecniche di gestione del dolore
  • ridurre e gestire ansia, paura ed insicurezza (responsabili di vissuti traumatici durante il parto).

Con il Training Ipnotico al Parto la donna vivrà così un percorso che la renderà più consapevole di se stessa e delle sue capacità innate di partorire, permettendole di vivere attivamente il parto ed esserne protagonista, equilibrando eventuali disfunzioni emozionali, avviando la genitorialità, prevenendo la temuta depressione post-partum e l’insorgenza di disturbo post traumatico da stress correlato al parto.

Le qualifiche del trainer

Nel Regno Unito e negli US ci sono molti corsi, della durata di alcuni giorni, che permettono di ottenere il certificato di insegnante di hypnobirthing senza particolari prerequisiti. Alcuni degli insegnanti certificati da tali corsi operano anche in Italia.

Il Training Ipnotico al Parto deve essere invece obbligatoriamente svolto da un professionista sanitario (laureato in medicina o psicologia, specializzato in psicoterapia ed iscritto al relativo ordine professionale) qualificato nell’utilizzo clinico dell’ipnosi. Questo garantisce alla donna che si approccia al Training Ipnotico al Parto una personalizzazione dell’esperienza con alti standard qualitativi e di sicurezza in caso di problematiche emozionali.


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FONTI

Ipnosi neo-ericksoniana: la psicoterapia e il training ipnotico, Giampiero Mosconi, 2008

https://www.nct.org.uk/labour-birth/getting-ready-for-birth/hypnobirthing-where-start

Beevi Z, Low WY, Hassan J. The Effectiveness of Hypnosis Intervention for Labor: An Experimental Study. Am J Clin Hypn. 2017;60(2):172-191. doi:10.1080/00029157.2017.1280659

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Landolt AS, Milling LS. The efficacy of hypnosis as an intervention for labor and delivery pain: a comprehensive methodological review. Clin Psychol Rev. 2011;31(6):1022-1031. doi:10.1016/j.cpr.2011.06.002

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