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Dovrò partorire da sola causa COVID… e quindi?

partorire da sola

L’idea di partorire da sola a causa del COVID ti turba? Leggi questo articolo per guardare a questa esperienza con uno sguardo diverso e arrivare al parto il più preparata e tranquilla possibile.

Premessa: il titolo di questo articolo è volutamente provocatorio. È naturale e quasi scontato che ogni donna incinta vorrebbe vivere un bel parto senza complicanze e senza mascherine, poter disporre di un compagno affettuoso e tranquillo che la sostenga e che le permetta di stritolargli la mano durante le contrazioni e le spinte, avere a che fare solo con personale medico e ostetrico gentile, comprensivo ed empatico, poter ricevere le visite di amici e parenti nei momenti più opportuni…e così via.

È però necessario fare i conti con la realtà dei fatti: in tempo di pandemia da COVID-19, purtroppo, non avrai la certezza di essere accompagnata da una persona di tua scelta durante il parto.

Accesso dell’accompagnatore al parto

Al fine di limitare le possibilità di contagio, infatti, dall’inizio della pandemia le strutture sanitarie hanno vietato l’accesso ai visitatori. Ad oggi la situazione varia da struttura a struttura e da reparto a reparto. Non solo: le regole possono cambiare da una settimana all’altra, a seconda della situazione epidemiologica locale.

L’attuale orientamento dei reparti di maternità, dove possibile, è concedere l’accesso del padre (o di un accompagnatore del parto) nei momenti immediatamente precedenti e successivi al parto, previo recente risultato negativo di tampone.

La situazione ovviamente è diversa nel caso in cui la donna sia positiva al tampone per Sars-CoV-2: in questo caso è previsto l’isolamento (quindi non possono entrare accompagnatori al parto), ma, se le condizioni cliniche della madre lo consentono, sono comunque previsti il rooming-in (cioè il permanere del neonato nella stessa stanza della madre), lo skin-to-skin (il contatto pelle a pelle) e l’allattamento. Il tutto, ovviamente, con le dovute misure precauzionali anti-contagio (frequente igienizzazione delle mani e dell’ambiente, utilizzo di mascherina almeno chirurgica). Questo perché i rischi di un’infezione neonatale da Sars-2-CoV (che, con le misure preventive sopra menzionate, ha una probabilità molto bassa di essere trasmessa dalla madre) sono nettamente inferiori rispetto alle problematiche dello sviluppo che comporta l’assenza di contatto fisico con la madre.

Cosa dice la legge

Molte donne protestano dicendo “Ma avere il mio compagno accanto a me durante il parto è un mio diritto!”. Attualmente, la presenza di un accompagnatore al parto non è una legge (viene spesso citata a tal proposito la proposta di legge Zaccagnini, che però non è mai diventata legge, bensì è decaduta con la precedente legislatura). È invece una raccomandazione dell’OMS per favorire una maternità positiva.

A inizio pandemia, l’Istituto Superiore di Sanità ha fornito delle indicazioni per garantire, qualora possibile in sicurezza, la presenza di un accompagnatore durante parto (https://www.epicentro.iss.it/…/sars-cov-2-gravidanza…), in accordo con le raccomandazioni dell’OMS.

Nella realtà dei fatti però, al di là della raccomandazione, il tutto è lasciato nelle mani delle singole strutture, che in questo contesto di emergenza hanno ovviamente priorità diverse a seconda della situazione epidemiologica locale e delle risorse economiche disponibili.

Quindi, nonostante molte strutture si siano organizzate e si stiano organizzando per garantire la presenza di un accompagnatore durante il parto e nella degenza post-partum, al momento c’è ancora un’ampia variabilità da struttura a struttura e tra regime pubblico e privato (dove, va da sé, sono maggiori le risorse economiche per far fronte alla prevenzione di contagi con eventuali focolai intraospedalieri).

E tu, come ti senti al pensiero di partorire da sola?

Se sei incinta e pensi alla possibilità di dover partorire da sola, senza la presenza di una figura familiare, potresti provare diverse emozioni e sensazioni negative, come:

  • senso di ingiustizia
  • rabbia
  • sconforto
  • ansia
  • paura…

È normale provarle, viste le circostanze. Se però queste emozioni prendono il sopravvento e oscurano le tue giornate, vale la pena provare a considerare dei punti di vista differenti, che possano aiutarti a ritrovare il tuo equilibrio e affrontare il parto e il puerperio con serenità, nonostante le circostanze. Vediamoli insieme come scoprire il lato positivo di questa esperienza.

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Guarda anche il lato positivo

Un rapporto più stretto con il personale sanitario

È banale, ma anche medici ed ostetriche sono esseri umani. Questo vuol dire da una parte che le relazioni che il personale instaura con i pazienti saranno sicuramente influenzate dalle caratteristiche individuali (con conseguenti simpatie e antipatie, anche se è sempre auspicabile che il personale mantenga un atteggiamento professionale nei confronti dei pazienti). D’altra parte, però, significa anche che medici e ostetriche sono in grado di mettersi nei vostri panni, di comprendere quello che state passando e di tendervi una mano nel momento del bisogno.

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Meno interferenze

Per quanto sia gioioso ricevere subito le visite di amici e parenti, pensate che in fondo, i festeggiamenti (con le dovute precauzioni) saranno rimandati solo di qualche giorno.

Potrete così dedicare al vostro riposo le giornate immediatamente successive al parto. Dormire senza troppe interruzioni, riprendervi dalla fatica e/o da eventuali conseguenze fisiche del parto, prendervi il vostro tempo in un ambiente tranquillo per cominciare a conoscere il neonato, capire come prendervene cura nel modo migliore (senza troppe voci esterne a dare la propria opinione) e iniziare a instaurare quel legame unico e speciale che sarà una guida importante per il vostro rapporto lungo tutta la vita.

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Cosa puoi fare per prepararti?

Ecco cosa puoi fare per fronteggiare la paura di partorire da sola durante questa pandemia di COVID-19:

Informati

Chiedi informazioni precise alla struttura in cui hai deciso di partorire:

  • Come sono regolamentati gli accessi di un eventuale accompagnatore
  • Cosa succederebbe se tu o lui doveste avere un tampone positivo per Sars-2-CoV?
  • C’è la possibilità di avere un supporto psicologico durante il ricovero nel caso in cui scoprissi di essere positiva al tampone per Sars-2-CoV?

Lavora su te stessa

Questo è un buon momento per lavorare su te stessa e trovare le risorse necessarie. Per prepararti al parto durante la pandemia dovrai sviluppare:

Se senti di avere bisogno di un confronto su queste tematiche, contattami!

Fatti aiutare

Se non sei sicura di possedere queste risorse, prova a seguire un corso di preparazione al parto incentrato anche sulla preparazione psicologica della futura mamma. Impedirai così all’idea di partorire da sola di metterti in crisi!

Inoltre, se ti senti molto spaventata all’idea di affrontare il travaglio, il parto ed il postpartum da sola perché

ti consiglio caldamente di farti seguire da un professionista della salute mentale. Avrai così modo di trattare i tuoi disturbi, affrontare con maggior serenità questo periodo di cambiamento e prevenire problemi futuri che potrebbero ripercuotersi anche sulla vita di tuo figlio.

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Prepararsi al parto con l’ipnosi: le esperienze

prepararsi al parto con l'ipnosi

Queste mamme hanno deciso di prepararsi al parto con l’ipnosi, raccontare la loro esperienza e condividere le loro riflessioni sull’utilità del percorso fatto. In sintesi: consigliano caldamente il Training Ipnotico al Parto!

SARA G.: grazie alla preparazione al parto con l’ipnosi ho partorito con serenità e senso di competenza

Ho conosciuto la dottoressa Delpin al settimo mese della mia prima gravidanza, in un momento di grande ansia per il parto ormai prossimo. Pur avendo seguito il corso preparto offerto dalla mia ASL e avendo letto diversi libri, molti erano i dubbi e le ansie relative al parto, perciò l’aiuto fornito dall’ipnoterapia si è dimostrato fondamentale.

Nelle sei sedute che ho effettuato ho trovato uno spazio dove fermarmi e ascoltarmi (cosa non così facile in un momento di tanto affaccendamento per la nascita ormai prossima), dove condividere i miei timori e le mie aspettative e, soprattutto, uno spazio dove acquisire tecniche che si sono rivelate preziosissime. Ritengo infatti che sia merito della Dottoressa Delpin se sono arrivata a vivere il travaglio con grande serenità e con una sensazione di competenza, scaturite dal lavoro svolto insieme e mirato ad avere fiducia nella mie capacità biologicamente innate. Le tecniche apprese mi hanno aiutata nell’impresa da me auspicata di partorire senza sentire il bisogno di ricorrere all’epidurale, nel pieno rispetto della fisiologia e con serenità. Mi sento quindi di consigliare a tutte le donne in dolce attesa e che desiderino un aiuto nella gestione della paura per il parto l’ipnosi con la dottoressa Delpin.

MICHELA: la tranquillità nonostante la fobia per gli aghi

Grazie al training ipnotico al parto sono riuscita ad affrontare il parto cesareo e la degenza consecutiva in tranquillità, nonostante la mia fobia per gli aghi e le procedure mediche.

PAOLA: un parto veloce

L’esperienza del training ipnotico al parto è stata piacevole, utile a prefigurarmi a cosa sarei andata incontro e a prepararmi bene. Non so se è del tutto merito del training ipnotico ma ho avuto un travaglio attivo e parto molto veloci e senza lacerazioni.

SARA: ho ricevuto i complimenti dell’ostetrica!

Scrivo con grande piacere una testimonianza del mio percorso svolto con la Dott.ssa Delpin per ringraziarla ma soprattutto per tutte coloro che devono prepararsi al grande evento del parto e che stanno valutando di prepararsi al parto con l’ipnosi con Anna Delpin. Grazie alla preparazione fatta (online) ho potuto affrontare il mio primo parto con una serenità che, oltre ad aver fatto andare tutto per il meglio, ha anche accelerato tutto lo svolgimento in quanto il mio corpo collaborava in sincronia con gli sforzi di venire al mondo del mio piccolo ed abbiamo ricevuto anche i “complimenti” da parte dell’ostetrica che ci ha seguiti.

Avrei potuto scegliere di fare la preparazione al parto con un professionista più vicino alla mia residenza e pertanto dal vivo, ma ho comunque preferito la dott.ssa Delpin (che mi aveva già aiutata in un momento di blocco nella scrittura della mia tesi di specialità) in quanto quello che la differenzia dagli altri, oltre alla professionalità in ambito psicoterapeutico, è la sua formazione in ambito medico: oltre a prepararmi con le induzioni ipnotiche è stata in grado di rispondere a tutte le mie domande e i dubbi più specifici legati al pre-parto, al parto e anche al post-parto. Se state pensando se ne valga la pena, per quella che è la mia esperienza dico che è quasi indispensabile!

GIULIA: preparandomi al parto con l’ipnosi sono riuscita a gestire paura e panico

Ho avuto un travaglio lungo e gestito praticamente da sola (con il solo aiuto di mio marito). È stata un’esperienza forte e non semplice ma sono riuscita a gestirla nel modo migliore, senza essere sopraffatta da paura e panico. Pensavo, durante la gravidanza, che non sarei stata in grado di fare tutto ciò. Invece, grazie alla preparazione fatta attraverso il training, ci sono riuscita.

FRANCESCA: ce l’ho fatta nonostante un cesareo d’urgenza

Cara Dottoressa,
a distanza di vari mesi dal mio parto volevo ringraziarla di cuore per il supporto che mi ha dato con il suo corso di training ipnotico al parto. Ricordo ancora il terrore e l’ansia di non farcela che avevo prima del parto. Grazie alla preparazione fatta insieme, ho potuto gestire al meglio le mie paure permettendomi di vivere con tranquillità le ultime settimane di gravidanza ed affrontare il parto con grande serenità. Questo percorso mi ha permesso di acquisire delle competenze che si sono dimostrate preziose durante il travaglio ma anche nei giorni successivi (avendo dovuto affrontare un cesareo d’urgenza).
Consiglio davvero a tutte le mamme in dolce attesa di fare questo percorso con la Dottoressa Anna Delpin che è una persona molto preparata e professionale, oltre che estremamente disponibile.
Grazie ancora Dottoressa, credo che senza di lei tutto sarebbe stato più difficile.

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Prepararsi al parto durante la pandemia

prepararsi al parto durante la pandemia

Molte donne si stanno chiedendo quale sia il modo migliore per prepararsi al parto durante la pandemia. In questo articolo troverai alcune considerazioni utili per capire come orientarti.

Principali problemi delle donne incinte durante la pandemia

A causa della pandemia di COVID-19, i centri nascita si sono riorganizzati per rispettare le normative volte a prevenire l’aumento dei contagi. Questo ha portato a due principali conseguenze per le donne incinte.

  1. La sospensione dei corsi pre-parto in presenza, sostituiti da corsi online che forniscono alle donne incinte le informazioni essenziali. Con questa diversa modalità purtroppo è più difficile creare una rete di sostegno tra future mamme.
  2. La limitazione degli accessi ai centri nascita. Spesso le donne che partoriscono non possono avere un accompagnatore durante il parto. Non possono nemmeno ricevere le visite di amici e familiari nei giorni di ricovero post-partum.

Vengono perciò meno occasioni preziose di confronto e di sostegno. Rispetto a prima della pandemia, quindi, una donna incinta o una neomamma possono sperimentare più facilmente vissuti di solitudine ed isolamento.

Questo quadro, unito alle altre preoccupazioni che la pandemia e la gravidanza comportano, predispone le donne incinte e le neo-mamme all’insorgenza o aggravamento di sintomi ansiosi e depressivi. Le donne più vulnerabili in questo senso sono quelle che hanno già sperimentato dei disturbi psicologici in precedenza.

Purtroppo i disturbi ansiosi e depressivi non hanno solo conseguenze negative sulla salute della donna. Ne possono risentire anche la relazione tra la madre e il bambino e quindi, a cascata, la salute del nuovo nato.

Di conseguenza, è urgente lavorare sulla prevenzione.

Una soluzione per prepararsi adeguatamente al parto durante la pandemia

Al giorno d’oggi un corso pre-parto online non può limitarsi a fornire alla donna competenze teoriche sul travaglio, sul parto, sulla gestione del dolore.

Alla normale preoccupazione per il parto e la maternità si aggiungono le aggravanti date dall’emergenza sanitaria mondiale e dall’isolamento. È quindi essenziale prevedere anche un adeguato supporto psicologico professionale volto a prevenire e gestire l’insorgenza di disturbi ansiosi e depressivi. Questo è ancora più valido per prevenire la psicopatologia post-partum nelle donne più a rischio: coloro che hanno già sofferto di disagio psicologico in precedenza.

Per una donna incinta durante questa pandemia è infatti ancora più importante:

  • rafforzare il proprio senso di competenza, la sua autostima e la sua autonomia.
  • conoscere e capire cosa succederà durante travaglio e parto e nel post-partum
  • imparare tecniche di gestione del dolore
  • imparare a gestire l’ansia da gravidanza in questo contesto storico
  • avere il sostegno di una figura professionale in grado di individuare e modificare i fattori di rischio per l’insorgenza di psicopatologia, riconoscere l’eventuale manifestarsi di disturbi psicologici e indirizzare un eventuale trattamento tempestivo, adeguato ed efficace.

La chiave è quindi integrare una preparazione per il parto con l’attenzione alla sfera emotiva e affettiva della futura mamma. La mia proposta in tal senso è un percorso di preparazione mediante l’ipnosi: il Training Ipnotico al Parto.

Il parto traumatico

parto traumatico

Il mio parto è stato traumatico

Fra le donne che hanno partorito, una su tre (il 33%) riferisce di aver vissuto un parto traumatico. Questo può accadere perché la donna ha sperimentato:

  • una situazione oggettivamente traumatica in cui la vita o l’integrità fisica di mamma e bimbo sono stati davvero a rischio (come un parto operativo o cesareo d’emergenza);
  • eventi percepiti soggettivamente come traumatici, anche se il parto è risultato fisiologico dal punto di vista ostetrico.

I disturbi legati all’aver vissuto un parto traumatico si risolvono, nella maggior parte dei casi nell’arco di qualche settimana. Se però noti che continui a stare male anche oltre il primo mese dal parto, potresti soffrire di disturbo da stress post-traumatico correlato al parto: una condizione invalidante che può portare ad un significativo peggioramento della qualità della vita per te e per il tuo bambino.

Soffri di di PTSD correlato a parto traumatico?

Un quarto (25%) delle donne che hanno vissuto un parto traumatico sviluppa in modo conclamato un PTSD (disturbo da stress post-traumatico) manifestando i seguenti sintomi (non necessariamente tutti, ma almeno uno per punto) da più di 30 giorni:

  • Rivivere il parto traumatico con incubi, immagini intrusive, flash-back, percezioni negative e rabbia.
  • Avere paura del parto (o addirittura soffrire di tocofobia); evitare qualsiasi esperienza/oggetto/persona/situazione ricordi il parto traumatico; evitare ulteriori gravidanze o preferire un cesareo elettivo per partorire.
  • Alterazioni dell’umore (diminuzione dell’interesse per le attività; diminuzione nell’espressività delle emozioni; sentirsi alienate, distaccate, provare un senso di estraneità; provare sentimenti persistenti di paura, rabbia, terrore, senso di colpa, vergogna) e della cognizione (problemi di memoria, aspettative e credenze negative persistenti su se stesse) .
  • Disturbi del sonno; difficoltà di concentrazione; aumentata irritabilità, aggressività e reattività; comportamenti autodistruttivi o spericolati.
parto traumatico

Come curare il PTSD correlato al parto

Per le donne che si ritrovano profondamente segnate da un parto traumatico è importante elaborare il prima possibile questo trauma mediante un percorso psicoterapeutico (una delle metodiche d’elezione indicate per il trattamento del PTSD è l’EMDR), affinché l’evento non provochi conseguenze pesanti sulla vita della madre e, quindi, sulla relazione con il bambino. Superare il trauma favorirà così l’instaurarsi di una maternità positiva.

Devo partorire: sono a rischio di sviluppare un PTSD da parto traumatico?

Sei più a rischio di sviluppare un PTSD da parto se:

  • Precedentemente al parto:
    • hai avuto problemi psichiatrici, e in particolare la depressione e/o una precedente storia di PTSD, anche correlati ad un precedente parto traumatico;
    • sei una persona generalmente ansiosa;
    • hai delle patologie correlate alla gravidanza;
    • hai una gravidanza indesiderata;
    • sei stata vittima di violenza sessuale.
  • Durante il parto:
    • hai provato paura per te stessa o per il neonato;
    • hai subito eventi oggettivamente traumatici (come un cesareo urgente o un parto operativo vaginale);
    • desideri fortemente mantenere il controllo;
    • le tue aspettative riguardo alla nascita del tuo bambino vengono deluse;
    • non hai supporto;
    • percepisci un dolore eccessivo e non gestibile durante il travaglio.
  • Successivamente al parto:
    • non hai supporto da parte di famiglia e amici ;
    • il tuo bambino presenta dei problemi (in particolare se il suo peso alla nascita è inferiore a 1 Kg).

Come prevenire il PTSD correlato al parto

È vero che alcuni fattori che predispongono ad avere un parto traumatico e un conseguente disturbo da PTSD sono non modificabili e non prevedibili, ma si può comunque fare della prevenzione per far sì che quello che succederà non segni profondamente.

  • Dal punto di vista fisico: prenditi cura della tua salute e della salute del tuo bambino e fai scelte sanitarie adeguate a te ma in modo davvero informato, collaborando con il personale sanitario che ti segue;
  • Dal punto di vista psicologico,
    • Cerca il supporto della tua rete sociale.
    • Se hai già sofferto in passato di depressione o PTSD in generale, fatti accompagnare da un professionista della salute mentale che ti aiuti a valutare il tuo livello di equilibrio psicologico ed a trattare eventuali scompensi.
    • Tratta eventuali tocofobia o PTSD correlato a parti precedenti con l’aiuto di uno psicoterapeuta (una metodica indicata in questo ambito è l’EMDR).
    • Preparati al parto con un metodo che ti insegni come affrontare travaglio e parto dal punto di vista pratico ma che favorisca anche il mantenimento del tuo equilibrio psicologico mediante rinforzo delle tue risorse interiori (come il Training Ipnotico al Parto).

Se hai dubbi, domande, curiosità o se vuoi espormi la tua situazione, contattami!

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PTSD Disordine da Stress Post-Traumatico nel puerperio: risultati di una indagine conoscitiva su 46 madri presso l’Istituto Ostetrico-Ginecologico Luigi Mangiagalli di Milano / B. Cigoli, C. Maggioni, D.Calistri. – [s.l] : null, 2007 Sep 20.

Grussu P., Bramante A. Manuale di psicopatologia perinatale. Erickson ed.

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Hypnobirthing o Training Ipnotico al Parto?

hypnobirthing

Leggi questo articolo se vuoi capire la differenza tra hypnobirthing e Training Ipnotico al Parto.

Cosa sono hypnobirthing e Training Ipnotico al Parto

Per hypnobirthing si intende l’uso di tecniche ipnotiche durante il travaglio. Nei corsi di hypnobirthing si insegnano alle donne tecniche di vario tipo (tra cui visualizzazioni, uso di affermazioni sulla gravidanza e sul parto, rilassamento, respirazioni profonde, auto-ipnosi e mindfulness) che potranno essere utilizzate durante il travaglio per gestire il dolore e lo stress emotivo del momento. In questo sistema, la donna durante il travaglio utilizza l’auto-ipnosi come se fosse un farmaco.

Nel Training Ipnotico al Parto la donna in dolce attesa viene preparata dal terapeuta nelle settimane precedenti il parto, mediante una psico-educazione sulle varie fasi del travaglio e mediante tecniche ipnotiche il cui obiettivo è agire ad un livello profondo. L’ipnosi indotta dal terapeuta (etero-ipnosi) viene quindi usata durante il Training per rendere la donna autonoma nel gestire le proprie sensazioni corporee e modulare la percezione del dolore, che viene spogliato da ogni sua componente ansiosa e psicologica.

Hypnobirthing e Training Ipnotico al Parto: punti in comune

L’origine storica

Padre inconsapevole dell’hypnobirthing e del training ipnotico al parto fu un ginecologo inglese, Grantly Dick-Read (1890-1959). Egli divulgò in tutto il mondo le sue idee innovative ed all’avanguardia sul parto naturale con il libro “Childbirth Without Fear: The Principles and Practice of Natural Childbirth” (1942).

In un’epoca in cui era estremamente diffuso l’utilizzo di analgesia ed anestesia durante il parto, egli affermò in base alle sue osservazioni che un parto naturale (non complicato) senza dolore era possibile, tenendo in considerazione lo stato emotivo della donna in gravidanza. Mise così a fuoco la rilevanza della componente psicologica del dolore nel travaglio.

La descrizione delle tecniche usate da Grantly Dick-Read corrispondeva invece esattamente alle modalità con cui un ipnoterapeuta moderno induceva lo stato di trance. L’innovatività scientifica dei concetti divulgati da Dick-Read e le similitudini del suo metodo con l’ipnosi moderna attrassero quindi gli ipnoterapeuti europei dell’epoca.

In Italia Giampiero Mosconi (1921-2010), fondatore dell’Associazione Medica Italiana Studi sull’Ipnosi (AMISI) e della Scuola Europea di Psicoterapia Ipnotica (SEPI), accolse e sviluppò queste idee. Egli praticò nel 1957 il primo parto in ipnosi e l’anno successivo la prima laparotomia in ipnosi. Fu così che nacque l’ipnostetricia.

Nel tempo Mosconi comprese che l’ipnosi non avrebbe dovuto essere usata per dissociare totalmente la donna in travaglio. Sarebbe stato più utile per la donna partorire modulando il proprio stato di coscienza. Avrebbe potuto così cogliere quei segnali interni che indicano i vari momenti del parto e rispondervi in autonomia. Questo le avrebbe permesso di vivere attivamente il proprio travaglio.

Fu così che, a partire da un utilizzo quasi farmacologico dell’ipnosi come anestetico, si sviluppò l’idea di un training ipnotico al parto.

Gli obiettivi

Indubbiamente hypnobirthing e Training Ipnotico al Parto condividono i seguenti obiettivi:

  • permettere alla donna di sentirsi coinvolta attivamente nella nascita del proprio figlio;
  • consentire alla donna di avere un senso di controllo e consapevolezza della situazione;
  • ridurre l’ansia;
  • permettere il controllo del dolore.

Differenze tra hypnobirthing e Training Ipnotico al Parto

Diffusione geografica

Il training ipnotico al parto in Italia vanta quindi una storia ben radicata, eppure la sua diffusione non è ancora capillare.

L’hypnobirthing è invece diffuso negli Stati Uniti ma soprattutto nel Regno Unito. Qui è adottato dal sistema sanitario nazionale (NHS) come preparazione al parto per il controllo del dolore.

Il ruolo dell’ipnosi

Mentre nei corsi di hypnobirthing vengono insegnate delle tecniche di auto-ipnosi che servono alla donna a gestire il dolore nel momento del travaglio, durante le sedute di Training Ipnotico al Parto la donna vive i futuri momenti del travaglio e del parto posta in uno stato di trance ipnotica, guidata dal terapeuta (etero-ipnosi). L’ipnosi è quindi usata nel Training Ipnotico come un metodo psicologico di preparazione al parto. Vivendo queste esperienze in stato di trance ipnotica la donna diventa in grado di

  • riconoscere le proprie sensazioni corporee e rispondervi adeguatamente
  • essere consapevole dei propri bisogni in modo puntuale
  • acquisire tecniche di gestione del dolore
  • ridurre e gestire ansia, paura ed insicurezza (responsabili di vissuti traumatici durante il parto).

Con il Training Ipnotico al Parto la donna vivrà così un percorso che la renderà più consapevole di se stessa e delle sue capacità innate di partorire, permettendole di vivere attivamente il parto ed esserne protagonista, equilibrando eventuali disfunzioni emozionali, avviando la genitorialità, prevenendo la temuta depressione post-partum e l’insorgenza di disturbo post traumatico da stress correlato al parto.

Le qualifiche del trainer

Nel Regno Unito e negli US ci sono molti corsi, della durata di alcuni giorni, che permettono di ottenere il certificato di insegnante di hypnobirthing senza particolari prerequisiti. Alcuni degli insegnanti certificati da tali corsi operano anche in Italia.

Il Training Ipnotico al Parto deve essere invece obbligatoriamente svolto da un professionista sanitario (laureato in medicina o psicologia, specializzato in psicoterapia ed iscritto al relativo ordine professionale) qualificato nell’utilizzo clinico dell’ipnosi. Questo garantisce alla donna che si approccia al Training Ipnotico al Parto una personalizzazione dell’esperienza con alti standard qualitativi e di sicurezza in caso di problematiche emozionali.


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FONTI

Ipnosi neo-ericksoniana: la psicoterapia e il training ipnotico, Giampiero Mosconi, 2008

https://www.nct.org.uk/labour-birth/getting-ready-for-birth/hypnobirthing-where-start

Beevi Z, Low WY, Hassan J. The Effectiveness of Hypnosis Intervention for Labor: An Experimental Study. Am J Clin Hypn. 2017;60(2):172-191. doi:10.1080/00029157.2017.1280659

Oster MI. Psychological preparation for labor and delivery using hypnosis. Am J Clin Hypn. 1994;37(1):12-21. doi:10.1080/00029157.1994.10403105

Landolt AS, Milling LS. The efficacy of hypnosis as an intervention for labor and delivery pain: a comprehensive methodological review. Clin Psychol Rev. 2011;31(6):1022-1031. doi:10.1016/j.cpr.2011.06.002

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